Lettere a un giovane poeta - Lettere a una giovane signora - Su Dio by rainer maria rilke

Lettere a un giovane poeta - Lettere a una giovane signora - Su Dio by rainer maria rilke

autore:rainer maria rilke [rilke, rainer maria]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: archivio ladri di biblioteche
pubblicato: 2014-03-27T23:00:00+00:00


RAINER MARIA RILKE

Locarno (Ticino), Svizzera, 19 febbraio 1920

Questa, signora, non sarà quasi una lettera, – solo un’ansiosa domanda della vostra sorte. La vostra lettera del 28 settembre chiudeva alludendo a tante incertezze e mutamenti, che io mi sento inclinato ad attribuire ad ogni sorta di difficoltà la lunga assenza d’ogni vostro cenno: sarebbe bene, se poteste rassicurarmi.

Quanto al mio proprio silenzio, vi pregai subito all’inizio di non trarne mai conclusioni di indifferenza o dimenticanza. Soffro lunghi periodi di aridità, in cui la penna mi fa orrore, e anche in generale sono così soggetto alle variazioni e all’influsso di quanto mi circonda che non potrei garantire regolarità di alcun genere. Se un giorno dovessi trovare, cosa a cui aspiro infinitamente, il luogo giusto e accogliente, in cui cooperassero tutti gli elementi favorevoli al mio lavoro e raccoglimento, – certo migliorerei in questo punto e diverrei più capace e puntuale. I fatali accomodamenti provvisori, spesso come sospesi in aria, in cui m’ha scagliato la guerra, sono ancora ben lontani dalla fine, sembra, e io sono tuttavia sur la branche, et c’est une branche plutôt sèche et très peu convenable qui me soutient. Appunto quando arrivò quella vostra ultima lettera, avevo già dovuto rinunciare al mio rifugio di Soglio, e così s’iniziò un’instabile esistenza d’albergo, che a me resta sempre così infeconda per ogni sorta di corrispondenza, parte perché gli alberghi, anche i così detti migliori, non offrono mai un luogo adatto per scrivere, o al più per commis voyageurs, parte perché allora ogni volta mi circondano tante relazioni personali e orali che mi prodigo tutto da quel lato. S’è aggiunto poi che sono stato per cinque settimane occupato in una specie di tournée, che mi condusse di città in città, per pubbliche letture –: circostanze, come potete pensare, ch’ebbero ad accrescere di molti gradi quella immediata comunicatività. Tutto questo vi racconto solo, non per aggravarvi con le mie cose personali – dimenticatele al più presto –, ma come un piccolo tentativo di scusa. Ché devo ammettere che presso di voi la mia parola poteva essere benvenuta appunto in giorni così oscillanti. Ma forse anche furono queste settimane così attive, così piene di decisione e azione che una lettera quasi non avrebbe potuto avervi effetto. Dove avrete trovato asilo col vostro piccolo figliolo? Io me lo chiedo sovente, specie intorno a Natale mi ritornava sempre questa domanda. L’ultima volta scrivevate di alunne, ma senza alludere al campo del vostro insegnamento. L’avete potuto riprendere nella vostra nuova dimora, con successo, con gioia, s’è possibile? Quanto vi debba esser costato abbandonare la vecchia casa tranquilla, l’ho potuto misurare tanto bene io, così incalzato dalla mancanza di patria e di casa. Quanto diversi sarebbero stati per me questi terribili anni di guerra, mi fosse stato dato trascorrerli sotto la protezione di cose durevoli e benigne.

Le «domande» della vostra grande lettera, cara gentile signora, da quale rifarsi? Qui si tratta pur sempre del «tutto», ma questo tutto, se anche talora intimamente l’abbracciamo in un impeto di felicità



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